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Il Monte Soratte, nei pressi del quale Claudio Damiani si è da qualche anno trasferito, è fonte vitale di ispirazione poetica. È, come il poeta stesso scrive, "miniera di natura e storia, montagna sacra tempestata d'eremi e chiese, e prima templi pagani, e prima ancora altri templi (dio Sole, dio Lupo), area sacra tra genti diverse, ponte tra culture antichissime. Montagna magica anche, se Goethe nel Faust vi ambienta la notte di Valpurga classica, cioè il grande sabba di tutte le streghe d'Europa. E poi, andando indietro fino al Giurassico, la storia geologica che l'ha visto parte del calcare apuano, isola circondata dal mare, e solo recentemente (600.000 anni fa una bazzecola) coinvolto nel vulcanismo sabatino (quello che originò i laghi laziali), che fece sì che il Tevere, che prima gli scorreva a nord, sopra la testa, gli passasse poi a sud, sotto i piedi." Impreziosiscono il volume nove illustrazioni del pittore Giuseppe Salvatori.